Rivoluzione Ferraris? Lo stadio potrebbe cambiare nome

Offerta da 14,5 milioni per il Ferraris: naming rights e nuove entrate per il Genoa, cruciali per il futuro del club.

Il futuro dello stadio Luigi Ferraris è al centro di discussioni che potrebbero significativamente impattare il panorama finanziario del Genoa. Sebbene non vincolante, una proposta sostanziale per la ristrutturazione e i diritti di denominazione dell’impianto è stata presentata alla sindaca Salis, aprendo potenzialmente nuove vie di ricavo per il club.

Il futuro del Ferraris

Lo stadio Ferraris potrebbe presto cambiare volto e, soprattutto, nome. Una proposta non vincolante da 14,5 milioni di euro è stata presentata al Comune di Genova da una newco composta da Cds Holding (80%), Genoa (10%) e Sampdoria (10%). Tra le condizioni più rilevanti di questa offerta vi è la piena libertà di definire il nuovo nome dello stadio, aprendo così la strada all’introduzione dei “naming rights”. Questo modello, già adottato con successo per impianti come quelli di Juventus e Udinese, entrambi in regime di concessione novantanovennale pur mantenendo la proprietà pubblica, rappresenterebbe una fonte di ricavo aggiuntiva e significativa per i proponenti, inclusa la società rossoblù.

L’offerta della newco

L’offerta da 14,5 milioni di euro, sebbene non vincolante, delinea una serie di richieste specifiche al Comune di Genova. Oltre alla libertà sui naming rights, il documento prevede un incremento dei parcheggi a carico dell’amministrazione comunale e la possibilità, a giudizio insindacabile della newco, di cedere lo stadio ristrutturato in modalità, termini e tempi da definire. La sindaca Silvia Salis, che ha mantenuto la delega agli impianti sportivi, ha tempo fino alla fine di luglio per prendere una decisione in merito a questa proposta.

Prospettive commerciali

Il progetto di ristrutturazione del Ferraris include anche l’inserimento di tre medie superfici commerciali al piano terra dello stadio. Questa previsione ha suscitato malcontento tra i commercianti del centro cittadino, che hanno espresso preoccupazione.