Morten Thorsby, centrocampista del Genoa, ha recentemente condiviso le sue prospettive e ambizioni per il futuro con la maglia rossoblù, rilasciando dichiarazioni significative ai microfoni de La Repubblica Genova. Le sue parole delineano un quadro di rinnovato impegno e di desiderio di crescita personale e collettiva, offrendo uno sguardo sulle dinamiche interne della squadra e sulle aspirazioni del giocatore.
Gli obiettivi di Thorsby
Il mediano norvegese ha ribadito la sua ferma volontà di continuare a essere un elemento chiave per il Grifone. “Il mio obiettivo primario è contribuire alla vittoria in ogni partita”, ha affermato Thorsby, sottolineando il suo ruolo fondamentale nella fase difensiva. Tuttavia, il suo sguardo è già proiettato oltre: “Voglio ampliare il mio apporto anche in zona gol, per essere ancora più incisivo per la squadra”. Questa ambizione evidenzia una maturazione del giocatore, desideroso di lasciare un segno più tangibile anche nell’area avversaria.
La continuità con Vieira e il potenziale di crescita
Riguardo al lavoro con il tecnico, Thorsby ha espresso fiducia nel percorso intrapreso. “Abbiamo già alle spalle diversi mesi di collaborazione con Vieira, non partiamo da zero”, ha spiegato il centrocampista, riferendosi al periodo di preparazione estiva. Questa continuità, secondo il norvegese, rappresenta un vantaggio significativo: “Ci sono ottime opportunità per migliorare notevolmente come gruppo e come singoli”. Un segnale positivo per l’evoluzione tattica e tecnica della squadra.
Un aneddoto curioso: i parastinchi di Sabelli
Un aneddoto curioso ha poi svelato un legame inaspettato con un compagno di squadra. Thorsby ha raccontato di aver utilizzato i parastinchi di Sabelli durante la vittoriosa sfida della nazionale norvegese contro l’Italia, terminata 3-0. “Sì, li avevo già usati a marzo”, ha rivelato il giocatore, aggiungendo che prima dell’incontro con gli Azzurri si era scattato una foto con Haaland indossando proprio quei parastinchi, avendo smarrito i propri. Un dettaglio che aggiunge un tocco di leggerezza e cameratismo al racconto del centrocampista.