L’ex calciatore Jakub Jankto ha recentemente condiviso i dettagli che lo hanno portato a una decisione significativa nella sua carriera sportiva, annunciando il ritiro dal calcio giocato all’età di 29 anni. Le sue dichiarazioni, rilasciate in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, hanno fatto luce sulle difficoltà fisiche e personali affrontate, con un particolare riferimento a un episodio cruciale avvenuto in campo contro il Genoa.
L’infortunio decisivo di Jankto contro il Genoa
La carriera di Jakub Jankto ha preso una svolta inaspettata a seguito di un grave infortunio subito durante una partita contro il Genoa. L’episodio, avvenuto nel suo primo anno con il Cagliari sotto la guida di Claudio Ranieri, ha lasciato un segno indelebile. Jankto ha rivelato di aver riportato una lesione di terzo grado ai legamenti della caviglia sinistra, un danno che si è rivelato non operabile e che ha continuato a causargli dolore persistente. Nonostante i tentativi di recupero e la volontà di scendere in campo anche con il fastidio, la situazione non è migliorata. L’ex centrocampista ha raccontato di aver provato ogni soluzione possibile per tornare in forma, ma il dolore persistente, avvertito anche in attività quotidiane come camminare o allenare i bambini, lo ha convinto che proseguire non fosse più sostenibile.
Le scelte del tecnico Nicola
Nel percorso che ha portato Jakub al ritiro, un ruolo, seppur indiretto, è stato giocato anche dall’allenatore Davide Nicola, che in passato ha guidato anche il Genoa. Jankto ha menzionato come, nonostante la sua disponibilità a giocare con il dolore, l’allora tecnico del Cagliari non lo abbia schierato neanche per un minuto. Questa circostanza ha contribuito a rafforzare in lui la consapevolezza che la sua condizione fisica non gli avrebbe più permesso di competere ai massimi livelli. La lesione alla caviglia, con i legamenti danneggiati in modo irreparabile, ha reso la decisione del ritiro una scelta inevitabile, dettata dalla necessità di preservare la propria salute e qualità di vita.
Il coming out
Oltre alle sfide fisiche, Jakub Jankto ha affrontato un percorso personale significativo, culminato nel suo coming out pubblico. Questa scelta, avvenuta tre anni prima del suo ritiro, è stata descritta dall’ex calciatore come un momento di liberazione che ha avuto un impatto positivo sulla sua vita e sulla sua carriera. Sentirsi libero da un peso che lo opprimeva gli ha permesso di vivere la sua vita autenticamente, senza nascondere la sua relazione. Jankto ha sottolineato come, dopo l’annuncio, si sia sentito più forte e in pace con se stesso. In questo contesto, la figura di Claudio Ranieri, suo allenatore al Cagliari e in precedenza alla Sampdoria, ha avuto un’importanza notevole. Jankto ha descritto un rapporto speciale con Ranieri, che lo ha “massacrato” in campo ma lo ha anche fatto crescere, affidandogli persino la fascia di capitano alla Sampdoria. Le parole di Ranieri, che lo definì “forte dentro”, hanno rappresentato un ulteriore sostegno, confermando la sua resilienza e la sua capacità di affrontare le sfide, sia personali che professionali.