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De Rossi e il Genoa: la ricetta per i giovani tra riforme e gestione della rosa

L’allenatore è intervenuto sul tema dei giovani in Italia, indicando la via delle riforme e parlando dei talenti rossoblù Venturino e Fini, la cui crescita è legata alla rosa.

Il dibattito sulla gestione dei giovani nel calcio italiano si arricchisce con l’intervento di Daniele De Rossi in una conferenza pre partita di qualche giorno fa, nuovo allenatore del Genoa. Partendo da un’analisi del CIES che vede l’Italia in difficoltà per minuti giocati dagli Under 21, De Rossi offre una prospettiva chiara, legata tanto a una visione sistemica quanto alla realtà quotidiana del suo club.

La visione di De Rossi

Secondo il tecnico del Grifone, il cuore del problema non risiede nella mancanza di qualità dei talenti, ma in una carenza strutturale che richiede interventi profondi. “Il problema grande è che bisogna seminare: servono riforme, i cui risultati verranno visti fra 10 anni”, ha dichiarato De Rossi. Le sue parole evidenziano la necessità di un progetto a lungo termine per il calcio italiano, capace di creare un percorso di crescita sostenibile per i giocatori emergenti. Un cambiamento che non può portare frutti immediati, ma che è fondamentale per garantire un futuro competitivo al movimento. La sua analisi si allinea a quella dell’ex CT dell’Under 21, Carmine Nunziata, secondo cui l’esperienza maturata in campo è l’elemento chiave per la trasformazione di un giovane promettente in un calciatore affermato.

Il caso Genoa

De Rossi ha poi calato la sua analisi nella realtà del Genoa, portando come esempio concreto la situazione di due giovani della rosa, Venturino e Fini. Pur riconoscendone il valore (“le qualità le hanno tutti e due”), l’allenatore ha spiegato perché per loro lo spazio sia stato finora limitato. “Il problema è che noi siamo tantissimi. È difficile fare l’allenamento e dare a tutti la posizione giusta”, ha ammesso. La difficoltà, quindi, non è legata a una bocciatura tecnica, ma alla complessità di gestire un gruppo ampio, dove la concorrenza interna rende difficile ritagliarsi un ruolo. Una situazione che, nonostante il Genoa sia una delle squadre con l’età media più bassa del campionato, dimostra come il passaggio dal potenziale al campo richieda un incastro di circostanze favorevoli, oltre a riforme di sistema.