Il Genoa si trova al centro di un acceso dibattito riguardante le scelte fatte durante la campagna acquisti estiva. Le critiche si concentrano sulla gestione delle risorse e sull’allestimento di una rosa che, secondo molti osservatori, non sarebbe all’altezza delle ambizioni di un campionato di Serie A.
Le ombre sul mercato estivo
La campagna acquisti estiva del Genoa è finita sotto la lente d’ingrandimento per una gestione che, a detta di molti, ha lasciato la squadra in una posizione di fragilità. Nonostante un’entrata di 52 milioni di euro, le uscite per nuovi acquisti sono state pari a zero, con la rosa allestita principalmente tramite prestiti gratuiti. La sconfitta contro la Lazio ha evidenziato le lacune tecniche, tattiche e fisiche, mettendo in luce le inevitabili conseguenze di un mercato giudicato privo di una visione a lungo termine.
Carenze strutturali e ruoli chiave da ridefinire
Dopo il ritiro di Badelj, la squadra non ha trovato un sostituto in grado di dettare i tempi di gioco e fornire geometrie in mezzo al campo. Malinovskyi sta tentando di adattarsi a questo ruolo, che aveva ricoperto a inizio carriera, ma il suo percorso è ancora condizionato da un grave infortunio subito lo scorso anno, che lo vede in ritardo di condizione. Anche la situazione di Colombo è delicata: il giocatore appare frastornato e un periodo in panchina potrebbe giovargli per ritrovare serenità e lucidità. Per quanto riguarda il ruolo del portiere, Leali, pur essendo considerato un buon dodicesimo, ha un curriculum che include due retrocessioni in Serie A con Cesena (stagione 2014-15) e Frosinone (stagione 2015-16), oltre a quattro stagioni in Serie B con l’Ascoli, dove ha subito 168 gol in 131 presenze.
La posizione dell’allenatore e la crisi di risultati
L’allenatore Vieira si trova in una posizione complessa, ma le critiche non dovrebbero ricadere interamente su di lui. La sua colpa maggiore, secondo alcuni, sarebbe quella di aver perso la buona sorte che nella stagione precedente aveva permesso di vincere partite in bilico. L’esordio ad Udine, con il Genoa in superiorità numerica per 89 minuti, è un esempio emblematico di come la fortuna non stia più assistendo la squadra. Sebbene un suo possibile esonero sia un’ipotesi, si ritiene che ciò non risolverebbe i problemi strutturali. Al contrario, la squadra dovrebbe compattarsi attorno al tecnico, che sta fungendo da parafulmine. È fondamentale mantenere la lucidità e non farsi prendere dalla frenesia, per affrontare una crisi che non è solo di risultati, ma anche di gioco.
Prospettive future
Di fronte alle gravi problematiche strutturali emerse, la dirigenza del Genoa è chiamata a una riflessione profonda e a un’azione tempestiva. Invece di considerare un cambio di allenatore, l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla prossima finestra di calciomercato di gennaio. È imperativo muoversi per tempo per non farsi trovare impreparati, individuando e acquisendo i profili necessari a colmare le lacune evidenziate.




