In una lunga intervista concessa a DAZN e raccolta dall’amico Massimo Ambrosini, l’attuale allenatore del Genoa, Daniele De Rossi, ha condiviso le sue emozioni e riflessioni in vista della prossima partita che vedrà il Grifone affrontare la Roma. Un incrocio dal sapore particolare per l’ex capitano giallorosso, che per la prima volta si troverà a sfidare la squadra per cui ha giocato una vita intera.
Una sfida contro il proprio passato
Il tecnico del Genoa non ha nascosto la particolarità del momento che sta vivendo. Una delle prime cose fatte dopo aver firmato il contratto con il club rossoblù, ha ammesso, è stata proprio controllare il calendario per vedere quando avrebbe incontrato la Roma e la Lazio. L’imminente ritorno all’Olimpico da avversario suscita in lui grande curiosità. ‘Ho sempre desiderato che la Roma vincesse, io invece ora devo lavorare per farla perdere. Una cosa contronatura’, ha confessato De Rossi, descrivendo perfettamente il conflitto interiore di chi, per professione, deve mettersi contro la propria fede calcistica. Ora, ha spiegato, guarda le partite della sua ex squadra con l’occhio del collega e dell’ex giocatore, felice per i loro successi. L’intervista completa, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, è disponibile su Dazn.
Le esperienze passate e i modelli da seguire
Durante il dialogo, De Rossi ha toccato anche temi delicati del suo passato, come l’esonero dalla panchina della Roma, un’esperienza che ha definito prematura e immeritata per sé e il suo staff, pur mantenendo un grande rispetto per la presidenza Friedkin. Ha parlato anche del suo addio al calcio giocato, un momento meno doloroso di quanto si possa pensare perché preparato nel tempo, osservando anche la difficile conclusione della carriera di Francesco Totti. Infine, uno sguardo ai suoi punti di riferimento come allenatore: De Rossi ha citato Luis Enrique come una figura che lo ha ispirato profondamente ai tempi di Roma, mentre oggi guarda con grande interesse al lavoro di Enzo Maresca e Andoni Iraola, senza dimenticare maestri del calcio italiano come Spalletti, Gasperini e Conte.




