A vent’anni dalla scomparsa di Franco Scoglio, figura iconica del calcio italiano e allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi del Genoa, Claudio Onofri, suo stretto collaboratore e amico, ha condiviso un toccante ricordo. L’occasione è il ventesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 3 ottobre. Onofri ha ripercorso le tappe del loro rapporto, inizialmente caratterizzato da una certa diffidenza da parte di Scoglio, fino a trasformarsi in una profonda amicizia e stima reciproca.
L’incontro e la nascita di un’amicizia inaspettata
Il percorso che ha portato Claudio Onofri a diventare il braccio destro e poi l’amico fraterno di Franco Scoglio è iniziato in un momento cruciale per il Genoa. Dopo l’esonero dell’allenatore Reja, il presidente Scerni propose a Scoglio, già amato dai tifosi per aver guidato la squadra alla promozione in Serie A nel campionato 1988/89 e all’undicesimo posto l’anno successivo, di richiamare Onofri come suo secondo. Inizialmente, Scoglio nutriva scetticismo verso Onofri, non conoscendolo personalmente e preferendo non collaborare con figure già note nell’ambiente, specialmente con chi aveva ricoperto il suo stesso ruolo in passato. Onofri, tuttavia, accettò con entusiasmo, vedendo in quel ruolo la sua dimensione ideale, libero dalle pressioni della responsabilità principale.
La metodologia innovativa e l’impatto sul campo
Claudio Onofri ha ammesso di aver avuto, inizialmente, un’idea non del tutto idilliaca sul metodo di lavoro di Franco Scoglio, pensando che la sua forza maggiore risiedesse nella comunicazione con i giocatori e con il pubblico. Tuttavia, questa percezione cambiò rapidamente. Onofri rimase profondamente colpito dalla metodologia di allenamento di Scoglio, definendola “fenomenale per i tempi”. Pur riconoscendo la grandezza di Arrigo Sacchi, che aveva avuto modo di seguire da vicino, Onofri trovò l’approccio di Scoglio altrettanto innovativo e produttivo. Ricorda con emozione una delle prime partite in trasferta, seduto in panchina accanto a lui, dove rimase “estasiato dallo spartito che era riuscito a trasmettere nella testa, nelle gambe e nei piedi degli undici scesi in campo”.
Un compagno di vita: il ricordo affettuoso di Onofri
La scomparsa di Franco Scoglio non ha privato il mondo del calcio solo di un grande allenatore – un termine che lui stesso prediligeva rispetto a “Mister” – ma ha lasciato un vuoto profondo nel cuore di Claudio Onofri. Il loro legame si era trasformato in una vera e propria compagna di vita. Onofri descrive Scoglio come una persona “strana, a volte eccessivamente dura ma intelligente e nel privato affettuoso”.