Norton-Cuffy si racconta a The Athletic: “Se non giocavo, correvo di notte”

Il terzino classe 2004 ha raggiunto la finale dell’Europeo U21 con la sua Inghilterra scendendo in campo in quattro occasioni su cinque nel torneo. In stagione ha giocato 14 partite in rossoblù.

La storia di Brooke Norton-Cuffy è una di quelle che scaldano il cuore, un racconto di determinazione e riscatto. Il giovane terzino inglese, ora in finale agli Europei Under 21 con la sua nazionale, ha svelato retroscena inediti sul suo periodo al Genoa, un’esperienza formativa che lo ha visto superare momenti difficili e affermarsi come una promessa del calcio europeo. Le sue parole, rilasciate in un’intervista a “The Athletics”, dipingono un quadro vivido della sua crescita personale e professionale, segnata da sacrifici, incontri significativi e una forte mentalità.

La svolta con Vieira

L’arrivo di Patrick Vieira sulla panchina del Genoa ha rappresentato un punto di svolta per Norton-Cuffy. Il giovane terzino, inizialmente relegato ai margini della squadra, ha trovato nel leggendario ex centrocampista dell’Arsenal un mentore capace di motivarlo e valorizzarlo. “Quando Vieira è arrivato, si è presentato a tutti, stringendo la mano uno per uno. Si è fermato davanti a me e mi ha detto: ‘Tutto bene, Brooke? Ho sentito parlare molto bene di te’. Questo mi ha dato una grande carica”, ha raccontato Norton-Cuffy, sottolineando l’importanza del supporto ricevuto dal tecnico francese nei momenti di difficoltà. “Vieira mi ha aiutato molto, assicurandosi che rimanessi concentrato e continuassi a migliorare anche quando non giocavo”.

Le corse notturne per Genova

La determinazione di Norton-Cuffy si è manifestata anche attraverso un’insolita routine di allenamento. Durante il periodo in cui faticava a trovare spazio in squadra, il terzino inglese ha deciso di intraprendere corse notturne per le strade di Genova, un modo per mantenersi in forma e dimostrare il suo impegno. “Dovevo fare qualcosa per mantenermi in forma. Lo facevo anche al Lincoln City perché dovevo raggiungere l’intensità della League One”, ha spiegato Norton-Cuffy, rivelando un aneddoto che testimonia la sua mentalità da combattente. “Ho sentito che mi dava un vantaggio, un piccolo 2% che serve quando all’89′ sei stanco, ma io no, perché ho corso per due mesi lungo Corso Italia”.

L’integrazione in Italia di Norton-Cuffy

L’esperienza italiana ha rappresentato una sfida anche dal punto di vista linguistico e culturale. Norton-Cuffy ha ammesso di aver incontrato difficoltà iniziali con la lingua, ma ha sottolineato i progressi compiuti grazie alle lezioni settimanali e alla volontà di comunicare con i compagni di squadra. “Il mio italiano sta migliorando. All’inizio è stato difficile, ma ora ho lezioni settimanali e parlo in italiano il più possibile con i miei compagni”, ha dichiarato il terzino inglese, evidenziando l’importanza dell’integrazione per la sua crescita personale e professionale. “Iling Jr., anche lui agli Europei, è un buon amico. Era già stato in Italia alla Juventus, parliamo in italiano per migliorare”.