Questa sera i rossoblù saranno in campo in Spagna nello stadio in cui giocarono 34 anni fa in Coppa Uefa con una sconfitta per 1-0 in Spagna e una vittoria per 3-1 a Genova che valse il passaggio ai sedicesimi di finale.
L’odissea di 34 anni fa
L’idea di quella storica trasferta, avvenuta 34 anni fa, nacque dalla visione di Pippo Spagnolo e dei ragazzi della Fossa dei Grifoni. Lino Marmorato, all’epoca ancora arbitro, fu parte attiva di questa complessa organizzazione. L’obiettivo era radunare un centinaio di persone, ma il numero crebbe fino a 125 partecipanti registrati, a cui si aggiunsero ulteriori veicoli al momento della partenza. La carovana era un vero e proprio convoglio, scortato da auto della squadra mobile, due ambulanze e persino due officine meccaniche di Genova, complete di camioncino degli attrezzi e meccanici, tutti partecipanti a proprie spese.
Il lungo viaggio verso Oviedo
La partenza avvenne il 18 settembre, intorno alle sette e mezza del mattino. L’organizzazione prevedeva l’affitto di radio ogni venti auto per monitorare il viaggio e prevenire problemi. Autogrill specifici erano stati segnalati per le soste, e un gruppo di quattro giovani della Fossa, noti come lo Squalo, Marco “Naso”, Carletto e Adolfo, aveva il compito di mantenere l’ordine. Il percorso attraversò la Francia, con la gendarmeria francese che scortò la carovana fino ad Aix en Provence, proseguendo poi per Montpellier e Tolosa. Da Tolosa, il viaggio continuò su strade normali, creando qualche sorpresa tra gli automobilisti che incrociavano le centinaia di veicoli, inclusi quattro motocicli (due Vespe e due moto normali).
L’arrivo a Oviedo
Dopo una sosta festosa a Tarbes, vicino a Lourdes e Biarritz, dove i tifosi rossoblù furono accolti con entusiasmo dalla gente del posto, la carovana giunse in Spagna grazie all’intervento della Squadra Mobile di Genova per il passaggio della frontiera. L’arrivo a Oviedo, dopo circa 28 ore di viaggio (quattro in più del previsto), avvenne intorno alle 11 del mattino, con la partita in programma per le 20:30. I tifosi furono accolti dalla Guardia Civil spagnola in assetto anti-sommossa. Fu Renè Moroni, grazie alla sua perfetta conoscenza dello spagnolo, a negoziare con il capo della Guardia Civil, il sindaco e l’assessore di Oviedo, garantendo l’ordine e la tranquillità del gruppo, controllato da 20-25 persone designate. La città era in festa, e i tifosi del Genoa si mescolarono con quelli spagnoli, creando un clima di grande simpatia e condivisione.
La questione dei biglietti e il ritorno
Un problema sorse per una quarantina di persone che non avevano acquistato il biglietto a Genova. Grazie all’intervento del capo popolo dell’Oviedo, fu possibile ottenere una trentina di biglietti per il settore Distinti al prezzo della Gradinata. Tuttavia, si scoprì che i biglietti costavano tremila o quattromila lire in più rispetto a Genova. Un gruppo di tifosi, guidato da Dario Bianchi, si recò all’hotel del Genoa per parlare con il presidente Spinelli, il quale, già informato, rimborsò la differenza a tutti coloro che avevano acquistato il biglietto a Genova. Nonostante la sconfitta del Genoa nella partita, la festa continuò congiuntamente tra tifosi italiani e spagnoli, tra canti in genovese e spagnolo. Il viaggio di ritorno, iniziato verso l’una e mezza o le due del mattino, fu altrettanto lungo, durando 28-29 ore. Un aneddoto significativo fu il recupero di una Vespa con gli stemmi del Vecchio Balordo, ferma a una decina di chilometri da Oviedo, caricata nel camper che ospitava Pippo Spagnolo, Paolo Coppello e Lino Marmorato, per aiutare il suo proprietario, partito molto prima del gruppo per arrivare in tempo.
Il Genoa di oggi a Oviedo
Trentaquattro anni dopo quell’indimenticabile avventura, la storia si è rinnovata con un triangolare che si giocherà questa sera al Carlos Tartiere. Il Genoa è atterrato a Oviedo per partecipare a questo evento, che ha visto anche la presenza del Real Oviedo, fresco di promozione in Liga e del Villarreal.