Thorsby avverte l’Italia: “Norvegia cresciuta, pronti a giocarcela”

Il centrocampista del Genoa, Thorsby, carica la Norvegia in vista della sfida di questa sera all’Italia per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Crescita tecnica e mentalità vincente le chiavi per competere.

Il centrocampista del Genoa, Morten Thorsby, ha rilasciato dichiarazioni significative in vista della sfida tra la sua Norvegia e l’Italia, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2026 negli Stati Uniti. Le sue parole, rilasciate a La Repubblica, tracciano un quadro di una Norvegia in crescita e pronta a dare battaglia, pur riconoscendo la forza storica degli Azzurri. Un’analisi lucida e ambiziosa, che aggiunge pepe a un match già di per sé cruciale.

La mentalità vincente della Norvegia secondo Thorsby

Thorsby non nasconde il rispetto per la Nazionale italiana, ma sottolinea come la Norvegia sia determinata a giocarsi le proprie carte: “Per una squadra scandinava battere l’Italia è un’impresa, si parte sempre sfavoriti. Ma ci sentiamo competitivi: il nostro obiettivo è di tenere la classifica incerta e giocarci tutto nell’ultima in Italia”. Un approccio pragmatico e combattivo, che riflette la nuova mentalità che anima la squadra norvegese.

Il cambio di passo e la crescita tecnica

Il centrocampista del Genoa evidenzia come la Norvegia abbia saputo evolversi nel corso degli anni: “Ma la svolta è stata il cambio di mentalità. Al Mondiale ’98 avevamo battuto perfino il Brasile. Lo schema era il lancio lungo per l’attaccante Tore André Flo, del Chelsea: funzionava molto bene. Poi il calcio è cambiato e noi abbiamo perso la direzione. Ma negli ultimi 10 anni è cresciuta una generazione di giocatori molto forti tecnicamente, che prima non avevamo”. Un’analisi che sottolinea l’importanza di un’evoluzione tattica e di una crescita del livello tecnico dei giocatori.

Un calcio globalizzato e le difficoltà italiane

Thorsby offre anche una sua lettura del momento che sta vivendo la Nazionale italiana: “Forse è una fase un po’ difficile per la Nazionale italiana, però la lettura sul momento del vostro calcio deve essere più equilibrata. Nell’Inter finalista di Champions c’erano 5 titolari italiani. Le due mancate qualificazioni per il Mondiale sono figlie del livellamento globale: le differenze si sono assottigliate”. Un’analisi che riconosce le difficoltà, ma invita a una valutazione più ampia e contestualizzata del calcio italiano.