Il dibattito sulle decisioni arbitrali, in particolare quelle che riguardano i calci di rigore, continua ad animare il mondo del calcio. Un’eco significativa è giunta dalle parole di Paolo Casarin, storico ex arbitro pluripremiato e poi designatore (ha diretto 200 gare in A), che ha offerto una prospettiva critica e profonda sulla gestione delle massime punizioni. Le sue dichiarazioni, rilasciate in esclusiva durante la trasmissione “Il Derby del Lunedì” su Telenord, hanno preso spunto da un episodio specifico che ha coinvolto il Genoa nella sfida contro il Bologna, dove un tocco di braccio di Carboni ha generato un penalty molto discusso, riaccendendo la miccia su un tema sempre caldo.
Il richiamo alla volontarietà e la critica ai ‘rigorini’
L’ex fischietto internazionale ha invocato un ritorno ai principi fondamentali nell’interpretazione degli episodi in area di rigore. Casarin ha sottolineato come sia essenziale che la volontà del calciatore torni ad essere il criterio primario per giudicare un tocco di mano, affermando: “Non si possono concedere rigori per ogni minimo contatto, la volontà del giocatore deve essere il metro di giudizio”. Questa posizione evidenzia una chiara insofferenza verso la tendenza a sanzionare con il tiro dal dischetto episodi marginali, che l’ex arbitro ha definito ‘rigorini’, capaci di alterare l’equilibrio delle partite e la genuinità del gioco.
La percezione dell’arbitro sul campo contro la revisione video
Un altro punto focale dell’intervento di Casarin ha riguardato il ruolo e l’efficacia del VAR. Ha espresso scetticismo sulla capacità delle immagini di restituire sempre la piena verità di un’azione, sostenendo: “Il campo deve parlare, non le immagini che spesso non restituiscono la vera dinamica”. Secondo Casarin, la comprensione autentica di un’azione complessa può derivare solo dalla percezione diretta dell’arbitro presente sul terreno di gioco, non da una revisione video che, per sua natura, può distorcere la realtà del momento. Ha ribadito che ‘la percezione dell’arbitro in campo è insostituibile, il varista non può cogliere le sfumature che solo chi è lì può vedere’.
L’incremento dei rigori e la ricerca artificiale di gol
L’analisi di Casarin si è spinta anche a considerare le motivazioni dietro l’aumento delle massime punizioni. Ha suggerito che “l’incremento dei tiri dal dischetto sembra quasi una ricerca artificiale di gol, ma a discapito della genuinità del gioco”. Questa osservazione solleva interrogativi sulla direzione che il calcio sta prendendo, dove la spettacolarità e il numero di reti potrebbero essere perseguiti anche attraverso meccanismi che, secondo l’ex designatore, snaturano la competizione e la sua intrinseca imprevedibilità. Le sue parole offrono uno spunto di riflessione importante per tutti gli addetti ai lavori e gli appassionati, in un momento in cui la tecnologia e le sue interpretazioni continuano a modellare il volto del calcio moderno.