La recente sconfitta del Genoa contro la Lazio ha acceso un campanello d’allarme significativo nell’ambiente rossoblù. Dopo cinque giornate di campionato, la presunzione che aleggiava intorno alla squadra sembra aver lasciato il posto a una necessaria dose di realismo. Quella che inizialmente poteva sembrare una semplice battuta d’arresto, si rivela ora un momento cruciale per una profonda riflessione.
L’analisi post-partita evidenzia una prestazione ben al di sotto delle aspettative. Nonostante un possesso palla predominante, specialmente nel primo tempo, il gioco del Genoa è apparso sterile e inconcludente. Le occasioni create, come quelle capitate a Colombo, non sono state concretizzate, trasformando il dominio territoriale in un mero “giocherellare” senza efficacia.
La difesa, finora considerata un punto di forza, ha mostrato preoccupanti segnali di cedimento. Due gol subiti dalla Lazio, frutto di contropiedi fulminei e disattenzioni difensive, hanno evidenziato uno sbilanciamento inatteso tra i quattro difensori e i due centrocampisti. Le dichiarazioni del tecnico, che definiva i suoi venti uomini tutti titolari, vengono ora messe in discussione. Sebbene i giocatori siano indubbiamente validi, sembra mancare quel “valore aggiunto” capace di fare la differenza nei momenti chiave. È il momento per la società, il tecnico e i giocatori di confrontarsi con grande attenzione e responsabilità, per evitare che un “giocattolo” finora passabile si rompa definitivamente.



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